Necrosi della testa del femore
La necrosi della testa del femore è una patologia per la quale si assiste alla “morte” dell’osso che costituisce la componente femorale dell’articolazione dell’anca.
La necrosi della testa del femore è sussessiva ad un problema di vascolarizzazione e può comportare un conseguente cedimento della sua struttura e “collasso” del sostegno della cartilagine articolare. Questo porta, nelle fasi tardive della patologia ad un appiattimento della testa del femore con conseguente artrosi secondaria (80% dei casi non trattati).
Visto che colpisce prevalentemente una popolazione giovane e la sua evoluzione è rapida e destruente è molto importante la diagnosi precoce.

Fattori di rischio
Si distinguono:
- Necrosi primitiva o idiopatica
- Necrosi secondaria
Necrosi primitiva
Colpisce principalmente soggetti adulti di mezza età (40-50 anni), prevalentemente di sesso maschile.
I fattori di rischio che possono determinare l’insorgere della malattia sono:
- abuso di alcol
- sovrappeso
- iperuricemia
- dislipidemia
- diabete mellito
- emoglobinopatie
Necrosi secondaria
In questo caso la patologia insorge a causa di una condizione morbosa preesistente:
- frattura del collo femorale
- frattura-lussazione dell’anca
- terapia cortisonica prolungata
- radioterapia locale ad alte dosi
- embolia gassosa
Essendo determinata da altri fattori non è possibile identificare un’età o un sesso a maggior rischio.
Sintomi
La presentazione clinica è abbastanza aspecifica ed è caratterizzata da dolore all'inguine irradiato al ginocchio o al gluteo.
Il dolore può essere presente anche a riposo. Si può assistere ad una limitazione del movimento soprattutto in intrarotazione.
La sintomatologia mima quindi la coxartrosi per questo è fondamentale la storia del paziente per sollevare il sospetto e fare indagare anche il lato controlaterale.
A differenza della coxartrosi, infatti, in cui l’insorgenza del dolore è progressivo, qui assistiamo ad un’insorgenza acuta e improvvisa.
Diagnosi
Il primo esame da eseguire è la radiografia del bacino. Tuttavia, nelle fasi iniziali, può risultare assolutamente negativa.
La risonanza magnetica rimane il gold standard nel rilevare le lesioni nelle fasi precoci della patologia e consente di fare diagnosi differenziale con un’osteoporosi transitoria della testa del femore o contusioni ossee.
Esame aggiuntivo nelle fasi precoci è la scintigrafia ossea.
Terapia
LA SCELTA TERAPEUTICA SI BASA SULLO STADIO DELLA PATOLOGIA.
SOLO NEL 1° STADIO È ATTUABILE UNA TERAPIA CONSERVATIVA.
La terapia conservativa prevede:
- scarico con 2 stampelle
- monitoraggio clinico-radiologico
- eventuali terapie fisiche (Onde d’urto, magnetoterapia, camera iperbarica)
Dal punto di vista farmacologico si utilizzano:
- Farmaci antinfiammatori per controllare il dolore
- Farmaci antitrombotici (enoxaparina) (discussa la loro utilità)
- Bifosfonati (farmaci per osteoporosi per ridurre riassorbimento osseo)
Nelle fasi avanzate della malattia l’approccio è chirurgico inizialmente con interventi di salvataggio:
- Decompressione del nucleo (Core decompression)
- Prevede la perforazione mediante un foro grande o più fori piccoli della zona necrotica della testa del femore per ridurre la pressione nell’osso e favorire la formazione di nuovi vasi sanguigni, così da nutrire le zone dell’anca colpite dalla necrosi. I pazienti che hanno avuto successo da tale metodica tornano a camminare senza stampelle ed avranno un completo sollievo dal dolore in tempi variabili (2-4 mesi) - Innesto d’osso autologo non vascolarizzato.
- Si può associare alla decompressione del nucleo - Innesto di fibula vascolarizzato
- Osteotomie del femore prossimale
Negli stadi avanzati della patologia dove ormai è comparso l’affossamento o l’appiattimento della testa del femore l’unica soluzione chirurgica è la protesi totale dell’anca.
L’obiettivo di questo trattamento è quello di restituire un recupero completo della funzione dell’articolazione e una deambulazione normale. La risoluzione del dolore è immediata dopo l’intervento.
La protesi d’anca viene anche utilizzata nelle fasi iniziali se non si riesce a controllare il dolore in altro modo per la presenza del danno cartilagineo.