IL TRATTAMENTO NON CHIRURGICO È FONDAMENTALE NELLE FASI INIZIALI IN CUI NON È ANCORA PRESENTE DANNO ARTICOLARE. NON HA LO SCOPO DI ELIMINARE IL RISCHIO DI INTERVENTO CHIRURGICO.
Le strategie di riabilitazione si concentrano sulla riduzione dei livelli di attività fisica e della pratica di alcune attività specifiche, come quelle che gravano sull’anca (come per esempio basket, calcio, kick-boxing, taekwondo e hockey).
L’assunzione di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) e il ricorso a terapie fisiche (come Tecar e onde d’urto) aiutano a controllare i sintomi e il dolore.
Questi, insieme al rinforzo del core (complesso muscolare coxo-lombo-pelvico) e della muscolatura glutea, mediante specifici esercizi, rappresentano i pilastri del trattamento.
La gestione chirurgica del FAI viene riservata a quei pazienti che non rispondono al trattamento conservativo o presentano gravi danni all’articolazione. Le tecniche chirurgiche variano in base alla morfologia dell’anca, al tipo di impingement e alle richieste funzionali del paziente.
Gli approcci chirurgici che si possono proporre al paziente sono:
- Artroscopia con plastica del collo femorale (correzione dell’offset) o riparazione del danno labrale.
Viene riservata a pazienti con sintomi meccanici, dopo fallimento del trattamento conservativo e in assenza di degenerazioni artrosiche dell’articolazione.
La presenza di iniziali segni di artrosi dell’anca è un fattore prognostico sfavorevole.
La presenza di geodi o lesioni cartilaginee sui 2 versanti (acetabolo e femore) sono controindicazioni assolute all’artroscopia per gli scarsi risultati che si ottengono sia sull’evoluzione della degenerazione, sia sul controllo del dolore. - Chirurgica miniopen e osteoplastica o lussazione chirurgica.
Le indicazioni e le controindicazioni sono le stesse della chirurgia artroscopica . Cartilagine articolare preservata, deformità correggibile, aspettative ragionevoli - Osteotomia periacetabolare
Riservata a quei pazienti con una deformità strutturale dell'acetabolo con retroversione significativa - Protesi dell’anca
Nei pazienti con stadi avanzati della patologia in cui il dolore non è controllabile altrimenti ed è presente una degenerazione artrosica e terminale dell'anca viene proposta la sostituzione meccanica dell’articolazione, con risultati ottimi sia in termini di controllo del dolore sia del recupero funzionale.
La prognosi purtroppo è influenzata dalla storia naturale che porta a una disfunzione dell'anca e degenerazione artrosica ad esordio precoce.