Dr. MAURO MOLINAORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIACHIRURGIA PROTESICA
Impingement femoro acetabolare

È un disturbo a carico dell’anca, dovuto a un anomalo contatto tra i due capi articolari.

In condizioni fisiologiche, la testa del femore si articola nell’acetabolo senza alcun contatto o frizione. In caso di impingement invece si ha un “conflitto” tra le due parti articolari che pertanto non combaciano come dovrebbero.

L’impingement femoro-acetabolare si manifesta solitamente nei pazienti di età inferiore ai 50 anni.
Ed è la principale causa di quella che un tempo veniva definita artrosi giovanile.

Tale patologia può essere dovuta ad un difetto dell’acetabolo (pincer) o ad un difetto della testa del femore (cam).

Nella maggior parte dei casi si assiste a impingement di tipo misto in cui vi sono deformità su entrambi i capi articolari.  

Fattori di rischio

Patologie dell’adolescenza quali l’epifisiolisi o sovraccarichi a livello dell’anca come durante alcune pratiche sportive, vengono annoverate tra i possibili fattori chiave nella deformazione di tipo cam. La prevalenza della deformità di tipo cam è maggiore nei maschi rispetto alle femmine, negli atleti rispetto ai non atleti e più alta in sport come il calcio, il basket e l’hockey.

Sintomi

I pazienti spesso riferiscono una graduale insorgenza del dolore all’inguine o in zona glutea e perdita di gradi di movimento dell’anca ai gradi estremi soprattutto in intrarotazione.

Il paziente riferisce spesso dolore a “C” per descrivere un dolore profondo nell’anca. La mano viene posizionata a coppa a livello del gran trocantere con il pollice posteriormente e le dita a livello inguinale anteriore (“C” sign). Il dolore può presentarsi in maniera episodica, inizialmente dopo l’attività sportiva.

Diagnosi

Oltre all’esame clinico la diagnosi è basata sull’imaging.

La prima indagine che viene eseguita è la radiografia in AP del bacino che ci può dare informazioni sostanziali per il tipo di difetto alla base dell’impingement.

  • Pistol grip deformity (perdita della sfericità della testa del femore) CAM
  • Crossover sign (retroversione dell’acetabolo) PINCER
  • Presenza di osteofiti o geodi
     

Fondamentale però nella scelta terapeutica è l’Artro-RMN. Questo esame permette di valutare la presenza e l’estensione delle lesioni del labbro acetabolare, la presenza di lesioni cartilaginee (a volte meglio studiate con l’Artro-Tc), la presenza di osteofiti o di geodi.

Terapia

IL TRATTAMENTO NON CHIRURGICO È FONDAMENTALE NELLE FASI INIZIALI IN CUI NON È ANCORA PRESENTE DANNO ARTICOLARE. NON HA LO SCOPO DI ELIMINARE IL RISCHIO DI INTERVENTO CHIRURGICO.

Le strategie di riabilitazione si concentrano sulla riduzione dei livelli di attività fisica e della pratica di alcune attività specifiche, come quelle che gravano sull’anca (come per esempio basket, calcio, kick-boxing, taekwondo e hockey). 

L’assunzione di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) e il ricorso a terapie fisiche (come Tecar e onde d’urto) aiutano a controllare i sintomi e il dolore. 

Questi, insieme al rinforzo del core (complesso muscolare coxo-lombo-pelvico) e della muscolatura glutea, mediante specifici esercizi, rappresentano i pilastri del trattamento.

La gestione chirurgica del FAI viene riservata a quei pazienti che non rispondono al trattamento conservativo o presentano gravi danni all’articolazione. Le tecniche chirurgiche variano in base alla morfologia dell’anca, al tipo di impingement e alle richieste funzionali del paziente.

Gli approcci chirurgici che si possono proporre al paziente sono: 

  • Artroscopia con plastica del collo femorale (correzione dell’offset) o riparazione del danno labrale. 
    Viene riservata a pazienti con sintomi meccanici, dopo fallimento del trattamento conservativo e in assenza di degenerazioni artrosiche dell’articolazione. 
    La presenza di iniziali segni di artrosi dell’anca è un fattore prognostico sfavorevole. 
    La presenza di geodi o lesioni cartilaginee sui 2 versanti (acetabolo e femore) sono controindicazioni assolute all’artroscopia per gli scarsi risultati che si ottengono sia sull’evoluzione della degenerazione, sia sul controllo del dolore.
  • Chirurgica miniopen e osteoplastica o lussazione chirurgica.
    Le indicazioni e le controindicazioni sono le stesse della chirurgia artroscopica . Cartilagine articolare preservata, deformità correggibile, aspettative ragionevoli
  • Osteotomia periacetabolare
    Riservata a quei pazienti con una deformità strutturale dell'acetabolo con retroversione significativa
  • Protesi dell’anca
    Nei pazienti con stadi avanzati della patologia in cui il dolore non è controllabile altrimenti ed è presente una degenerazione artrosica e terminale dell'anca viene proposta la sostituzione meccanica dell’articolazione, con risultati ottimi sia in termini di controllo del dolore sia del recupero funzionale. 
     

La prognosi purtroppo è influenzata dalla storia naturale che porta a una disfunzione dell'anca e degenerazione artrosica ad esordio precoce.
 

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