Dr. MAURO MOLINAORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIACHIRURGIA PROTESICA
Coxartrosi

La coxartosi o artrosi dell’anca è una malattia cronica degenerativa dell’articolazione dell’anca. 

Causa un’usura progressiva della cartilagine e la formazione di tessuto osseo ai margini articolari (osteofiti).
Viene considerata una normale conseguenza dell’invecchiamento ma in realtà è causata sia da fattori costituzionali che acquisiti. 

La sua incidenza aumenta in modo proporzionale con l’aumento dell’età oltre i 40 anni. Circa l’80% dei soggetti con più di 65 anni è affetta da artrosi dell’anca ad uno studio radiografico, ma solo un quarto manifesta sintomi. 

Nella popolazione femminile vi è una maggiore incidenza sia del quadro patologico che delle manifestazioni cliniche. 

Fattori di rischio

L’artrosi primitiva non ha una causa rilevabile e rappresenta circa il 40-50% dei casi. Di solito si verifica dopo i 60 anni d’età, ed è il risultato di una predisposizione genetica. Si sviluppa frequentemente solo da un lato. Si riconoscono come fattori di rischio:

  • Età
  • Sesso
  • Obesità
  • Traumatismi
  • Debolezza muscolare
  • Sport e lavori logoranti per l’articolazione
     

L’artrosi secondaria si manifesta di solito prima dei 45 anni e riconosce diverse condizioni che possono predisporre allo sviluppo di questa patologia:

  • Traumi (fratture articolari o legamentose con instabilità residua)
  • Patologie congenite (displasia dell’anca)
  • Patologie giovanili (Morbo di Paget, Osteonecrosi, epifisiolisi)
  • Patologie sistemiche (diabete mellito, obesità)
  • Patologie reumatiche (spondilite anchilosante, artrite reumatoide)
     

L’artrosi rapidamente distruttiva dell'anca è dovuta a una riduzione della rima articolare superiore al 50%, o maggiore di 2 millimetri, nell’arco di un anno. Essa è caratterizzata da un esordio improvviso e intenso del dolore, con aggravamento durante la notte.
 

Sintomi

Il sintomo iniziale è rappresentato dal dolore localizzato in regione inguinale al carico e alla mobilizzazione soprattutto in rotazione interna (rotazioni del corpo con arto fisso al terreno).

Il dolore può essere irradiato al gluteo, al trocantere o alla faccia anteriore della coscia fino al ginocchio. Spesso il dolore è maggiore al mattino. Nelle fasi precoci è maggiore ai primi passi e si attenua con la prosecuzione della deambulazione.

Con il passare del tempo compare dolore anche a riposo, limitazione funzionale e rigidità articolare. Per il paziente diventa difficile l’esecuzione di semplici gesti di vita quotidiana come mettere le calza e le scarpe o accovacciarsi

Può comparire zoppia e nelle forme più gravi differenze di lunghezza degli arti.

Diagnosi

Il primo esame fondamentale per la diagnosi di coxartrosi è la radiografia. Nelle fasi precoci può essere negativa, mentre nelle fasi tardive non sempre c’è correlazione tra quadro radiografico e quadro clinico.

Altre indagini diagnostiche comprendono:

  • le radiografie del tratto lombosacrale per escludere altre cause potenziali di dolore lombare ed interessamento sacroiliaco associato;
  • la risonanza magnetica non rappresenta un esame di primo livello ma può essere utile nel sospetto di osteonecrosi o nella valutazione di pazienti con spondilosi;
  • la TAC per lo studio di eventuali deficit ossei necessario nella pianificazione pre-operatoria;
  • la scintigrafia ossea, non indicata nel percorso diagnostico della coxartrosi ma utile nel sospetto di osteonecrosi.
     

Terapia

La terapia risolutiva della coxartrosi è la protesi d’anca, questa permette la rapida risoluzione dei dolori, il recupero funzionale dell’articolazione e il recupero della normale deambulazione

Comporta la sostituzione dell’articolazione malata con un’articolazione meccanica. 

La protesi dell’anca offre miglioramenti consistenti e drastici sul dolore, la rigidità e la qualità di vita dei pazienti.

È l’intervento risolutivo nei casi di coxartrosi avanzata, ma per avere successo è necessario che il paziente sia motivato e bisogna chiarire bene quali sono le sue aspettative.

Il successo dell’intervento dipende da un intervento eseguito a regola d’arte, dall’impegno costante del paziente nella fase riabilitativa e dalla soddisfazione delle sue aspettative. 

L’intervento può essere svolto con un accesso chirurgico anteriore o posteriore. 
 

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