Dr. MAURO MOLINAORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIACHIRURGIA PROTESICA
Gonartrosi

Il ginocchio è la sede più frequente di artrosi. È una patologia degenerativa, da "usura", che si verifica solitamente nelle persone di età superiore a 50 anni, sebbene possa verificarsi anche in pazienti più giovani.

Nell’artrosi, la cartilagine dell'articolazione del ginocchio si consuma gradualmente. Man mano che la cartilagine si consuma diventa sfilacciata e ruvida e lo spazio protettivo tra le ossa diminuisce. Ciò può provocare lo sfregamento osso su osso causa del dolore e produrre speroni ossei (osteofiti) che ne limitano il movimento.

L’artrosi di solito si sviluppa lentamente e il dolore peggiora nel tempo.

Il ginocchio è costituito da due articolazione: la femoro-rotulea, fra femore e rotula, e la femoro-tibiale, tra femore e tibia. L’artrosi può colpire in modo e entità variabile entrambe le articolazioni.
 

Fattori di rischio

Esiste una predisposizione individuale, intervengono infatti fattori familiari e genetici, non ancora esattamente individuati, che contribuiscono allo sviluppo della gonartrosi.

Tra i più comuni determinanti della gonartrosi si riconoscono:

  • l'età: con l’avanzare dell’età diminuisce l’elasticità dei menischi che iniziano a degenerare e si assottigliano con conseguente usura della cartilagine articolare;
  • il sovrappeso e l’obesità; l’eccessivo peso corporeo comporta un rilevante stress meccanico per la cartilagine articolare e contribuisce alla gonartrosi precoce;  
  • precedenti interventi chirurgici, in particolare l’asportazione del menisco;
  • le deviazioni e le deformità del ginocchio sono responsabili di alterata distribuzione dei carichi sulle superfici articolari e usura precoce delle stesse;
  • precedenti traumatismi; la frattura delle componenti ossee del ginocchio (piatto tibiale o condili femorali), la lesione dei legamenti, così come una storia passata di ripetuti infortuni alle ginocchia;
  • le malattie reumatiche, come l’artrite reumatoide.
     

Sintomi

La gonartrosi può rendere molto difficili le attività della vita quotidiana, tra cui camminare e salire le scale. I segni di artrosi possono includere:

  • Dolore al ginocchio che può essere aggravato da alcuni movimenti ed esercizi, tra cui camminare a lungo o stare in piedi.
  • Rigidità dell'articolazione del ginocchio, che rende difficile piegare e raddrizzare il ginocchio.
  • Blocchi articolari, che si verifica quando la cartilagine danneggiata e ruvida rende difficile il movimento regolare.
  • Crepitio: il suono udibile di cracking, scricchiolii, clic o schiocco prodotto quando si sposta un'articolazione danneggiata.
  • Debolezza nel ginocchio, che è spesso il risultato di una ridotta attività e conseguente atrofia (deperimento) dei muscoli quadricipiti o muscoli posteriori della coscia.
     

La tumefazione articolare può essere correlata al versamento articolare o alla progressiva deformità dell’articolazione e alla formazione degli osteofiti (escrescenze ossee causate dall’infiammazione cronica dell’articolazione).
 

Diagnosi

Fondamentale nel percorso diagnostico sono l’anamnesi e l’esame clinico del paziente. 

L’iter diagnostico prosegue con gli esami strumentali mirati. L’esame radiografico è il più utile tra gli esami strumentali non solo per la diagnosi ma anche per la valutazione del grado della gonartrosi. Si eseguono radiografie in carico.

Tra gli altri esami da ricordare c’è la risonanza magnetica nucleare (RMN), esame di secondo livello che consente di valutare il grado di usura delle strutture articolari, la degenerazione dei menischi e della cartilagine e chiarire l'entità della degenerazione e dell'assottigliamento a carico delle cartilagini di un'articolazione. È dunque da riservarsi ai pazienti più giovani con dolore intermittente e disturbi meno insistenti. La RMN può essere utile in presenza di artrosi monocompartimentale (ossia limitata ad un solo compartimento mediale, laterale o femoro rotuleo), per valutare la situazione cartilaginea degli altri compartimenti prima di proporre soluzioni chirurgiche.
 

Terapia

LA TERAPIA VIENE ADEGUATA A SECONDA DELLO STADIO DELLA MALATTIA E DELLE CONDIZIONI DEL PAZIENTE.
IN CASO DI SOVRAPPESO, AD ESEMPIO, POTREBBE ESSERE UTILE INIZIARE A SOTTOPORSI AD UNA DIETA PER DIMINUIRE IL CARICO SULL’ARTICOLAZIONE.

Un’adeguata terapia farmacologica (FANS e condroprotettori) o trattamenti conservativi quali fisioterapie o cicli infiltrativi (cortisone, acido ialuronico o PRP) possono venire in aiuto e tenere sotto controllo i sintomi dolorosi per durate variabili.

La chirurgia del ginocchio ha raggiunto oggi risultati notevoli e le tipologie d’intervento sono molteplici.

Le soluzioni di tipo correttivo (osteotomie) sono finalizzate a riallineare l’arto rallentando il processo di degenerazione articolare e sono indicate nei pazienti in cui la gonartrosi sia conseguente a deformità dell’arto (varismo o valgismo) e riguarda un unico compartimento del ginocchio.

Molto discusso ormai è l’utilizzo dell’artroscopia con lo scopo di pulizia articolare nell’artrosi conclamata a causa dei risultati insoddisfacenti e di breve durata.

Quando il dolore e la limitazione articolare compromettono in maniera invalidante le attività quotidiane del paziente, allora l’unica soluzione definitiva è l’impianto di una protesi di ginocchio. Oggi le nuove tecniche di impianto e i materiali utilizzati, la rendono una soluzione sicura e duratura nel tempo con una sopravvivenza del 85-90% degli impianti a 20 anni.
 

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